Sei un appassionato di fotografia ma ancora non sai nulla della incredibile storia che l’ha portata fino ai giorni nostri? Allora è arrivato decisamente il momento di scoprirla.
Devi sapere che, questa fantastica arte che tanto amiamo, ha radici molto più profonde di quello che potresti immaginare o che la tecnologia potrebbe farti pensare.
Noi d’iCamera abbiamo fatto un bel viaggio attraverso gli anni per racchiudere in quest’articolo tutto il succo di una storia ultracentenaria, soffermandoci sui passaggi cruciali.
Adesso prendimi la mano e buttiamoci insieme in questo viaggio attraverso i secoli, allaccia le cinture!
La Storia della Fotografia
Anche se si potrebbe facilmente pensare che la storia della fotografia sia racchiusa negli ultimi due secoli, la verità è che i rudimenti della stessa vennero scoperti molto prima.
Se andiamo a spulciare gli scritti di alcuni filosofi, possiamo facilmente trovare accenni alla teoria della camera oscura che si ripetono tra diversi autori in diversi momenti del tredicesimo secolo.
Anche se non poteva ancora essere sfruttata a dovere per mancanze tecnologiche, è incredibile pensare che quest’arte abbia iniziato a formarsi in un tempo così lontano dal nostro.
Spostandoci leggermente più avanti, verso la metà del 1500 compare finalmente il primo disegno di una camera oscura funzionante e utilizzabile per la pittura.
La struttura aveva dimensioni enormi, tanto da poter accogliere tranquillamente il pittore al suo interno che andava poi a riprodurre l’immagine che veniva proiettata sulla parete con fedeltà certosina.
Ovviamente la stessa risultava capovolta, visti i principi di funzionamento di questo sistema e della mancanza delle lenti per poterla raddrizzare.
Qui però era tutto poco più che un simpatico attrezzo per gli artisti dell’epoca, ma ancora ben lungi dall’essere l’arte che conosciamo oggi.
Questo era dovuto alla mancanza di due fattori fondamentali, i reagenti chimici per fissare l’immagine e un qualcosa che potesse catturarla (come una primitiva pellicola).
L’avvento della chimica
Verso il diciassettesimo secolo i primi studi sulla chimica iniziavano a dare i loro frutti, con la scoperta di sostanze che reagivano in modo differente alla luce, catturando le immagini.
Il nitrato d’argento così come molti altri derivati di questo metallo, se esposti alla luce del sole tendono a scurirsi fino a diventare neri.
Ecco che il primo elemento della fotografia in bianco e nero faceva capolino, ma la strada era ancora infinitamente lunga in quanto, appena la sostanza tornava al buio, il colore nerastro spariva.
Vennero poi create altre sostanze che si comportavano in modi più o meno simili, assumendo anche colorazioni differenti in base alla luce, ma mai in grado di conservare tali modifiche nel tempo.
Nel 1819 però Herscel scopre che il trifosfato di sodio può fissare l’immagine ed evitare che i sali d’argento continuino a modificarsi a seconda della luce, dando origine alla prima versione della fotografia.
Il Dagherrotipo
Il problema della fotografia adesso era quello di migliorare un’immagine davvero poco nitida, cosa concessa al primo scatto della storia ma che non poteva avere un grande futuro in tali condizioni.
Esistevano già le lenti e la messa a fuoco, non era un problema derivante dagli strumenti, ma andavano migliorati reagenti e “pellicola” poiché non all’altezza di riportare i dettagli.
Daguerre fu la persona che più di tutte lavorò su questo tipo di migliorie, andando a eseguire esperimenti che gli conferirono il successo grazie anche a un pizzico di fortuna.
Un giorno scattò una foto su una superficie trattata con ioduro d’argento e la espose ai vapori di sodio, ma il risultato era una superficie priva di qualsiasi traccia fotografica.
Finita la giornata ripose tale lastra nell’armadio e, quando ritornò tempo dopo, si accorse che si era andata a formare un’immagine laddove prima non c’era nulla.
Questo perché per puro caso quella superficie era entrata in contatto con dei vapori di mercurio, un elemento che aveva fatto tutta la differenza del mondo.
Da questa base e grazie a ulteriori esperimenti, riuscì a giungere a una versione finale della fotografia tramite un metodo chiamato, appunto, Daguerrotipo.
Grazie a questo sistema che poteva essere riprodotto in serie, l’arte fotografica divenne commerciale e iniziarono a essere venduti i primi macchinari creando un commercio di proporzioni gigantesche.
La variante di Talbot
Se il metodo Daguerre era il primo e quindi la base della fotografia, non ci volle molto tempo prima che la concorrenza di altri studiosi nel campo iniziasse a farsi sentire.
In Inghilterra, un certo Talbot, stava creando la sua personale versione del Daguerrotipo, sostituendo la lastra di rame utilizzata dal francese con un foglio di carta come “pellicola”.
Sebbene i reagenti erano più o meno gli stessi, il vero vantaggio stava nel fatto che la carta fosse una base molto più pratica ed efficiente per imprimere un’immagine.
Aveva lo svantaggio che “colorava” la foto a seconda della tonalità, ma aveva una definizione molto superiore e una facilità d’utilizza inarrivabile rispetto al rame.
Molti pittori iniziarono addirittura a dipingere le foto, aggiungendo quei colori che quella tecnologia primitiva non era in grado di riportare.
Storia della Fotografia, dai Colori fino ai Giorni Nostri
Dal metodo Talbot in avanti è un continuo susseguirsi di nuove piccole e grandi varianti in grado di stabilire nuovi standard qualitativi, ma nessuno di questi è importante quanto quello introdotto da Maxwell.
Lui aveva capito che era possibile riprodurre i colori semplicemente catturando i tre fondamentali (rosso, verde e blu) in qualche modo, anche separatamente.
Per questa ragione iniziò a scattare la medesima immagine 3 volte su altrettante pellicole di questi 3 colori, per poi riprodurle tramite il proiettore in modo sovrapposto.
Per la prima volta qualcuno era riuscito a immortalare una scena a colori, da qui si poteva solo proseguire in una direzione che è quella attuale ancora oggi.
La nascita e la morte di Kodak
Nella storia della fotografia, nessuna impresa è più iconica di Kodak, quella casa che ha fatto la sua fortuna come pioniera della fotografia e poi defunta proprio per la mancanza d’innovazione.
Nasce nel 1883 in America una piccola azienda che porta questo nome e, in breve tempo, inventa un macchinario fotografico in grado di fare tutto il lavoro di scatto, impressione e sviluppo in pochissimo spazio.
Loro creano la prima macchina fotografica popolare, la quale spopola sul mercato e la rende l’azienda fotografica più ricca e influente della storia.
Da li passano ben 130 anni che vedono l’introduzione della pellicola vera e propria, l’invenzione del cinema e le prime macchine a rullino, sempre con Kodak a guidare il gruppo.
Ma la spinta inizia ad affievolirsi e le idee vengono meno quando arriva sul mercato il digitale, un campo che gli americani non conoscono e decidono di non esplorare.
Qui aziende giapponesi come Nikon e Canon non fanno sconti, creando le prime reflex senza pellicola che sbaragliano il mercato e spazzano via Kodak la quale, tristemente, chiuderà i battenti nel 2012.
L’arrivo di Apple
Ci troviamo ora a pochi anni fa, quando la fotografia digitale sbarca sui dispositivi mobili e Apple inizia a far conoscere il suo nome grazie al primo iPhone.
Da allora ogni anno un nuovo modello porta con se grandi novità, arrivando oggi a competere e a sbaragliare le reflex sul mercato grazie ai suoi punti di forza incrollabili.
L’ultimo arrivato di Cupertino è un iPhone 13 che ha davvero tutto quello che gli serve per dominare la concorrenza e, noi di iCamera, siamo tra i suoi più convinti sostenitori.
Non sappiamo cosa o come la fotografia ci riserverà nella sua storia futura ma, fino al momento della scrittura di quest’articolo, non possiamo che essere felici di quante fantastiche sorprese e innovazioni sia stata in grado di regalarci.
Conclusioni
Ora sai tutti i punti cruciali della storia della fotografia, immagino tu sia stupito nel sapere quanto lontano sia iniziato questo viaggio e tutte le incredibili deviazioni del percorso.
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Scrivici nei commenti cosa ti ha colpito di più di questa storia e condividi l’articolo con amici e parenti, anche loro vorranno conoscerne i dettagli.